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GIUDICE DI PACE, LA MANIFESTAZIONE DEL COA…

13 Novembre 2024

Tanti colleghi in Piazza Cavour a Roma per protestare contro la grave situazione del Giudice di Pace nella Capitale e, più in generale, in tutto il territorio nazionale. La manifestazione è stata indetta dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, dopo i numerosi appelli rivolti alle Istituzioni per risolvere la gravissima scopertura d’organico del Giudice di Pace nella Città Eterna, dove sono attualmente in servizio solo 56 giudici onorari, rispetto a una pianta organica che ne prevede 210: un deficit del 72%.

Una situazione critica, aggravata da una mole di lavoro imponente: ogni anno a Roma vengono presentati 33.000 ricorsi per decreto ingiuntivo e discusse 29.000 cause. Per ogni giudice di pace civile — 41 dei 56 totali — si tratta quindi di gestire oltre 800 decreti ingiuntivi e 517 cause all’anno ciascuno.

Siamo qui per sensibilizzare l’opinione pubblica e rivendicare il diritto dei cittadini a una giustizia rapida, come previsto dalla Costituzione. La nostra non è una manifestazione per rivendicazioni di categoria,” ha dichiarato il Presidente del COA di Roma, Paolo Nesta. “Siamo qui per denunciare pubblicamente la denegata giustizia di fronte al Giudice di Pace“.

Dalla scorsa primavera, l’Ordine di Roma ha sollevato sia la questione del trasferimento delle sedi degli uffici del Giudice di Pace a Roma, sia quella della copertura della pianta organica. “Se per quanto riguarda il trasferimento degli uffici civili e penali del Giudice di Pace siamo riusciti a scongiurare il pericolo,” spiega Nesta, “ben diversa è la questione della carenza di giudici. Abbiamo proposto una soluzione che riteniamo di buon senso: destinare immediatamente alle funzioni di Giudice di Pace i vincitori del concorso assegnati per due anni all’Ufficio per il Processo. Tuttavia, il Consiglio Superiore della Magistratura ha bocciato la proposta“.

Da qui la decisione di protestare pubblicamente,” continua il Presidente, “sottolineando che una situazione già grave rischia di diventare drammatica nel 2025 con l’aumento delle competenze del Giudice di Pace“.
È evidente che, di fronte a questa situazione, noi avvocati dobbiamo reagire,” conclude Nesta, “per far capire ai nostri interlocutori che i cittadini non sono più disposti a tollerare l’inerzia e il disinteresse per la giustizia“.

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